Albenga è un gioiello semisconosciuto: città fortificata preromana del Ponente ligure, è passata pressoché indenne attraverso i secoli fregiandosi di un passato glorioso. Passeggiare tra le vie di Albenga è passeggiare attraverso la Storia.
Nel cuore della città eleganti palazzi con ampi loggiati rievocano quello che doveva essere l'aspetto delle strade nel medioevo.
Numerose costruzioni, case a schiera medievali con torri mozzate disposte agli angoli delle vie laterali, con decorazioni di gusto settecentesco, conservano al loro interno il soffitto ligneo intagliato e decorato e presentano ordini di bifore e trifore; hanno un basamento a conci di pietra piccoli e irregolari, che le annovera tra le più antiche della città.
Salda e resistente alle ingiurie del tempo, la città vecchia si sviluppò sull’antico impianto romano, distendendosi in forma di quadrilatero, percorsa da un fitto reticolo di vicoli e strade, che s’incrociano ad angolo retto.
La cinta muraria medievale venne ristrutturata a partire dal XVIII secolo, con la progressiva bonifica dei canali intorno alla città e con il venir meno delle sue funzioni difensive, e nell'Ottocento intere porzioni furono cedute ai privati.
Quattro le porte principali a sigillo ed ingresso della città murata; quattro come i punti cardinali in direzione dei quali ciascuna si trova.
A Settentrione, in corrispondenza dell’antico percorso della Via Iulia Augusta Porta Molino, la più grande e importante della città, ricostruita nel 1831 in pietra di Finale, deve il suo nome all'antico mulino sulla sua sinistra.
All'angolo nord-ovest delle mura sporge un ampio bastione: il Torracco, sede del carcere della Malapaga, a fianco la seicentesca Porta Torlaro.
Da vedere anche la Porta d’Arroscia o di S. Siro e la Porta del Pertugio o di S. Eulalia.
Quattro, inoltre, erano i quartieri, ciascuno intitolato al Santo patrono della chiesa eretta entro il suo perimetro. Fulcro di tanta suddivisione, lo storico centro monumentale, con le sue chiese, gli edifici di governo e le dimore dei ceti più elevati.
Ai margini, ferveva la vita del popolo, con i suoi mestieri, le sue botteghe e le modeste dimore sovente addossate alle mura.
Il greto del fiume accoglie oggi i resti di un imponente edificio termale, preziosa testimonianza della cultura e prosperità cittadine ai tempi dell’Impero, oltre alle basi dei pilastri di un acquedotto e alcuni monumenti funerari allineati lungo la Via Iulia Augusta, a Nord e a Sud della città.
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